La prima ondata di cartoni animati made in Japan giunse in Italia in un'epoca in cui erano pressochè inesistenti i videoregistratori, e le riviste dedicate all'infanzia erano relativamente scarse, o comunque poco avevano a che fare con i nuovi supereroi giunti dal Paese del Sol Levante. I giovani telespettatori, che tanto facilmente si erano immedesimati nelle vicende narrate dai primi anime, non avevano dunque a disposizione nessun mezzo che permettesse loro di "prolungare" il contatto con il personaggio preferito oltre alla fascia di messa in onda dell'episodio quotidiano. Il mondo editoriale non mancò ovviamente di registrare questo bisogno, e seppe dare una risposta adeguata (almeno per gli standard dell'epoca) grazie agli album di figurine e alla produzione di fumetti ispirati alle gesta dei personaggi più amati dal pubblico televisivo. Soluzione particolarmente ingenosa quest'ultima, dal momento che permetteva ai ragazzi di godersi ghiotte avventure inedite dei loro beniamini. Il successo di questo tipo di iniziative è testimoniato dal fatto che pubblicazioni del genere assunsero nella maggioranza dei casi una cadenza addirittura settimanale. In Giappone esiste da sempre uno stretto legame tra il mondo dell'animazione e quello della produzione fumettistica, al punto che molte serie prodotte per il piccolo schermo sono sono tratte da manga di successo; alla fine degli anni Settanta, però, in Italia non si aveva pressochè alcuna consapevolezza del fatto in Giappone esistesse una produzione a fumetti tanto cospicua, e l'alternativa più semplice ed economica per gli editori nostrani fu quella di ingaggiare sceneggiatori e disegnatori locali perchè realizzassero nuove avventure degli eroi più famosi.
All'inizio fu Heidi
Il primo personaggio giapponese pubblicato in Italia è Heidi "battezzata" nelle nostre edicole per opera della Ediboy di Renato Circi. La testata con cui esordisce il personaggio il 24 febbraio 1978 si intitola "Le belle storie di Heidi". Il materiale contenuto nel settimanale non è però giapponese nè tantomeno italiano. Infatti la Ediboy per la produzione si serve dei disegni spagnoli della casa editrice Bruguera, mentre i diritti del personaggio appartenevano alla tedesca Munchen Merchandising. Ed è proprio alla Munchen che si rivolge il piccolo editore romano Luigi De Rossi che, associatosi con le case editrici AMZ e Salani, acquista tutti i diritti editoriali sul personaggio, eccezzion fatta per quelli relativi alle figurine, già comprati dalla Panini di Modena. Mentre AMZ e Salani producono titoli per le librerie, De Rossi tiene per sè i diritti per produrre i fumetti. Nel frattempo i diritti di un cartone animato giapponese acquistato senza troppo entusiasmo dalla RAI, Atlas Ufo Robot, vengono messi sul mercato dalla SACIS. Ancora una volta De Rossi è rapido nell'acquistare i diritti, questa volta per le figurine, mentre la licenza per i fumetti, viene ceduta alle Edizioni Flash gi Giovanni Carozzo. Nello stesso periodo la SACIS concede alla editrice Epierre i diritti di un personaggio, Dusty il canguro ecologico che, seppur di buon gradimento presso il pubblico, non poteva competere con i concorrenti giapponesi. Per questo Epierre manda nelle edicole la collana Telefumetto, una serie di fumetti di buona realizzazione editoriale con imitazioni, quasi parodistiche dei personaggi nipponici. Tra i character della serie ricordiamo Capitan Sherlock, due "apocrifi" di Remì e Heidi, realizzati da Gino Esposito, autore disneyano, e un fantasioso ibrido tra Goldrake e Mazinga chiamato Godzinga, scritto e disegnato da Alessandro Sisti. In tutto della collana Telefumetto uscirono dieci numeri (compreso uno speciale di Spazio 1999) tra l'aprile del 1979 all'aprile del 1980. Per tornare alle Edizioni Flash Carozzo, dal luglio del 1978 al febbraio del 1982, si presenta in edicola con una serie di pubblicazioni "giapponesi" realizzate sia nei testi che nei disegni dallo studio milanese Interpublishing. I disegni delle serie sono dello spagnolo Joaquin Ciacopino e qualche copertina è disegnata da Francesco Triscari. L'editore parte con dei periodici dedicati a Goldrake e poi passa ad altri personaggi come Star Blazers e Gatchaman. Ecco i titoli: Telestory (Atlas Ufo Robot) mensile; Atlas Ufo Robot presenta Goldrake, mensile (diventato poi dal n. 97 Atlas Ufo Robot presenta Star Blazers); Actarus, mensile; Super raccolta Atlas Ufo Robot, mensile; TV Special Star Blazers, one shot; La battaglia dei pianeti (Gatchaman, settimanale; Gatchaman la Battaglia dei pianeti mensile. Inutile dire che è un exploit sia per i fumetti sia per le figurine. Anzi per queste ultime il successo è di tale portata che la Panini pur di "togliere di mezzo" un potenziale concorrente mette mette in atto due azioni strategiche: compra a tappeto tutte le licenze disponibili dalla SACIS e acquista da De Rossi tutto l'acquistabile in materia di figurine compresi i macchinari per la produzione e la promessa di non entrare più nel settore per il futuro.
La RAI va in stampa
La ERI, costola editoriale della RAI, non rimane certo a guardare e appalta diversi studi: Immagini e Parole, Bierrecì, Studio Smak, Staff di If e Cartoon Studio, la realizzazione di tutte le serie relative ai cartoni animati trasmessi dalla RAI. La testata che le ospita si intitola TV Junior, un un settimanale che a partire dall'aprile del 1979 fa conoscere ai ragazzi i fumetti di una miriade di personaggi: Remì, Capitan Harlock, Mazinga Z, Capitan Futuro, Heidi, Anna dai capelli rossi, Astro Robot, L'ape Maia, Shirab, Bia, Tom Stroy, Galaxy Express 999, Doraemon, Astro boy, Marco, Nils Holgersson. Per inciso, bisogna ricordare che la Esiboy di Renato Circi dopo aver "inaugurato il mercato" con Heidi pubblica insieme a TV Junior un Remì "apocrifo" in quattro testate differenti: un quindicinale, Gioca e leggi, Colora Remì in Senza famiglia (dal 5 ottobre 1979 al 25 giugno 1980, 19 numeri); un settimanale, Remì in Senza famiglia (dall8 novembre 1979 al 17 aprile 1980, 24 numeri), un mensile Remì in Senza famiglia Special (dall'11 novembre 1979 al 13 marzo 1980, 5 numeri); e uno special Remì Senza famiglia (Remì lusso) del 3 febbraio 1980. Il 1979 però è l'anno del Sol Levante anche per altri editori che, visto come si stavano muovendo il mercato, decidono di entrare nell'arena dei manga. Fra questi Fabbri acquista direttamente in Giappone i diritti del fumetto originale del Grande Mazinga di Go Nagai e Gosaku Ota che viene pubblicato in Italia a partire dal dicembre 1979 in un settimanale intitolato il Grande Mazinga, con i fumetti colorati da Carla Fioroni. La testata rimane in edicola fino al numero 25, del luglio 1980. Questa esperienza della Fabbri segna una pietra miliare nella storia dei manga in Italia perchè Mazinga è il primo manga pubblicato a partire direttamente dalla versione giapponese.
L'invasione Edierre
De Rossi intanto, con i soldi incassati nell'"operazione Panini", acquista nuovi diritti direttamente in Giappone e da vita in proprio, attraverso le edizioni Edierre, a diverse testate "lavorate" interamente in Italia. Andrea Mantelli, con lo Studio Smack segue redazionalmente la pubblicazione di alcune riviste a fumetti dedicate a Mazinga Z (un quindicinale, un settimanale e un mensile), e soprattutto cura ed è direttore del settimanale La banda TV che porta in edicola nei suoi trenta numeri di vita (dal 13 marzo 1980 al 17 ottobre 1980) molti personaggi come: Mazinga Z, Jeeg Robot, L'ape Magà, Judo boy, Temple e Tam Tam, Daitarn 3, Tekkaman, Pinocchio, Ryù, L'ape Maia, Ken Falco, Charlotte, Guerre fra galassie, Gaiking, The Monkey e Kum kum. I personaggi della Banda TV erano disegnati all'inizio dallo studio di Giuseppe Calzolari, attuale responsabile della Scuola del Fumetto di Milano, al quale si affiancarono diversi professionisti. Si possono qui ricordare Umberto Manfrin (Temple e Tam Tam), Paolo Ongaro (Daitarn 3), Antonio Terenghio (The Monkey), Leo Cimpellin (Ryù e Ken Falco) e Guido Boselli (Charlotte). La maggior parte di questi personaggi arrivano "nella scuderia" di De Rossi soprattutto grazie al fatto che, per una polemica pubblica sulla diseducatività di cartoni animati di Robot, la RAI aveva cessato di trasmettere le relative serie, libere dalla longa manus RAI - Sacis, erano passate nei palinsesti delle televisioni private e da qui nelle testate di De Rossi.
Arrivano le Edizioni TV
Tuttavia come accade spesso per i mercati che si sviluppano troppo in fretta si viene a creare un effetto "bolla di sapone" e non appena le vendite cominciano a rallentare De Rossi decide di vendere nuovamente e di uscire di scena. L'acquirente che rileva tutte le testate Edierre, comprese le consistenti rese e le nuove licenze è la società editrice Edizioni TV di Giancarlo Eusebio e Giuliano Cimarra. Con questo cambio di proprietà La Banda TV diventa Cartoni in TV e oltre a continuare a pubblicare tutti i fumetti della testata "madre" ne edita di nuovi: Principessa Zaffiro, Capitan Futuro, Wickye il vichingo, Peline Story, Kyashan, Shirab, Gundam, Hurricane Polymar, Grand Prix, Gackeen, Huck Finn, Zambot 3, King Arthur, Bia, Superboys, Trider G7, Daikengo, Ufo Diapolon, Grande Mazinga, Starzinger, Toriton, Sally, Gordian, Ginguiser, Cuore, Galaxy Express 999, Lupin III, Marco Polo e L'Uomo Tigre. Oltre a questa testata contenitore, le Edizioni TV provano a pubblicare altri periodici legati alle singole serie, come nel caso di Anna sai capelli rossi. Quando però, come in questo caso, il cartone non funziona, anche la pubblicazione ne risente. Per ovviare a questi possibili incidenti alle Edizioni TV decidono allora di pubblicare non più per personaggi, ma per target differenti: per i maschi viene inagurata la testata Noi Super Eroi e per le bambine Telefumetto. I personaggi di Edizioni TV vengono ora affidati a nuovi studi come: l'OK Studio, il Cartoons Studio, lo Studio Leonetti, e lo Staff di If. Le Edizioni TV sono presenti in edicola con una quantità quantomeno esuberante di altre testate, ben dodici, più altri albi con adesivi. Inoltre viene conclusa una joint venture con Mondadori che, desiderosa di entrare nel settore, si appoggia alle Edizioni TV per realizzare una serie di libri e albi "di lusso", alla cui bella confezione non corrispondono però illustrazioni di qualità. M il boom indiscriminato sembra ormai concluso, le vendite sono in calo e "l'ammiraglia" Cartoni in TV da settimanale passa a quattordicinale, mentre per smaltire i resi, l'editore inizia a editare un infinità di ricopertinati e di ricopertinati dei ricopertinati, alcuni senza corrispondenza tra copertina e contenuto interno. Gli ci vorrano quasi tre anni per svuotare completamente i magazzini.
Articolo tratto dal forum
Il Regno degli Anni 80