Neon Genesis Evangelion Robot
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... e se Shinji, al
posto del ragazzo tranquillo che e' fosse stato uno dei soliti piloti
robottonici alla Tetsuya, Koji e Ryoma? Insomma senza paura... un ragazzo
d'azione... questa FF e' un riassunto di questa fantasticheria... Non me ne
vogliate!
Shinji Kakaroth (akiratoriyama@JABAWACK.it) - Il suo sito Tratto da un 3d di I.A.C. |
"Shinji? Non mi dirai che hai intenzione d'assentarti anche oggi? Ma mi
ascolti?" la donna entro' nell'appartamento del ragazzo trovandolo vuoto "Come
sospettavo, la sua insofferenza l'ha fatto fuggire." poi i suoi pensieri
riandarono allo scontro del giorno prima, di come avesse negato i suoi ordini e
avesse agito di testa sua, facendo per altro un'ottima figura di fronte a tutto
lo staff della Nerv. Ricordo' di come l'aveva rimproverato, mettendelo quasi in
una situazione da terzo grado, ora quasi se ne pentiva.
Si trovava all'interno della base.
Era sfuggito alla sorveglianza stretta del reparto pubbliche relazione e
sicurezza deviando tra i boschi e tornando indietro, seguendo i suoi stessi
inseguitori fino al DOWN STAIRS del monte Yashi.
Era stata una faticaccia doversi districare in quei posti che non aveva mai
visitato, ma ne era valsa la pena. Ora si trovava all'interno della base e
vedeva coi suoi occhi cos'era la Nerv. Passando attraverso il Central Dogma
preferi' sgusciare attraverso dei corridoi meno usati e passare per quelli piu'
frequentati attraverso le condotte di areazione. Era l'unico modo di sapere. Il
suo percorso era semplice. Si stava dirigendo allo studio di Gendo, la sala del
Comandante Supremo, posta qualche piano piu' in alto del ponte di comando.
Ogni tanto si fermava e nel buio ascoltava i passi o i discorsi di qualche
membro della Nerv, senza fare alcunche' per tradire la sua presenza.
Era entrato all'interno della stanza enorme e oscura, sul cui pavimento e
soffitto erano dipinti simboli cabalistici.
"Montato." sapeva che suo padre amava quel genere di cose esoteriche, per
spaventare i pavidi e i poveri di spirito. S'avvicino' piano alla scrivania
incustodita e noto' immediatamente, che tutti i cassetti si potevano aprire
unicamente passando nel check una scheda magnetica che solo Gendo possedeva.
Dopo aver trafficato con dei cavi, riusci', dopo molti tentativi ad aprire la
serratura elettronica e noto' subito il primo cassetto, che conteneva tre
telefoni, due bianchi e uno rosso, sicuramente quello per le comunicazioni
d'emergenza. Quel numero lo sapevano solo gli alti membri della commissione e
dell'esercito oltre a Kozo Shikishima, l'aiutante di Gendo, comandante in
seconda della Nerv.
Nel secondo cassetto c'erano degli interessanti documenti sul procedere di un
piano "per il perfezionamento dell'uomo". Leggendone i contenuti sembro' chiaro
al ragazzo cosa volesse il padre. Aveva intenzione di ripetere quella tragedia.
Ora che Shinji era conscio di cio' avrebbe distrutto ad uno ad uno TUTTI gli
angeli che gli si fossero parati innanzi.
Nel terzo cassetto trovo' un pulsante, ma sentendo dei rumori sospetti li'
fuori, chiuse i cassetti e rimise tutto a posto. L'assenza del comandante non
sarebbe durata a lungo. Lui poteva tornare a casa.
"Casa..." dise triste, mentre tornava alla palestra affidatagli.
"Bene ragazzi. Per oggi e' tutto." fecero un inchino e lui ricambio', dopo aver
allentato un po' la cintura scura che gli avvolgeva il kimono bianco attorno al
corpo. Una macchina stridette sull'asfalto, frenando di colpo, poi ne usci'
fuori una donna che entro' nella palestra senza togliersi le scarpe.
"Che cosa state facendo? Questa non e' un posto dove potete giocare!!! Uscite di
qui subito o il proprietario si adirera'." la donna aveva un tono minaccioso e i
ragazzini si allontanarono di un po' da lei, spiazzati da quell'entrata, quando
un rumore forte riaccentro' l'attenzione in fondo alla sala.
"Signorina Misato, la prego di togliersi le scarpe. Questo e' suolo sacro per
noi praticanti delle arti marziali." dopo aver costretto la donna a
indietreggiare e a togliersi giustamente le scarpe e posarle all'entrata
continuo' "Perche' li rimprovera? Questa e' una palestra e io non ho da dire se
questi ragazzini hanno intenzione di imparare a difendersi." poi si volto' ai
ragazzi "Potete andare ragazzi e tornate pure quando volete!" i bambini
lasciarono perdere la faccenda e si infilarono le scarpe all'entrata per poi
tornare a casa, ognuno portando con se' la propria borsa.
"Cos'e' questa novita'?" fece la donna.
"Questa e' una palestra, giusto? Credo sia troppo grande per una persona sola,
quindi ho deciso di dare qualche lezione ai bimbi della citta'."
Erano solo Misato e Shinji si stavano fissando profondamente, quando dei passi
attrassero l'attenzione di entrambi e Misato distolse lo sguardo per recarsi
all'entrata.
"Chi c'e' ancora?" chiese quasi scocciata.
"IO SONO TOUJI MUSASHI!" il ragazzo penetro' di volata all'interno del Dojo,
vestito di un kimono da Judo "SHINJI NAGARE! IO TI SFIDO IN UN COMBATTIMENTO DA
UOMO A UOMO!"
"Da 'uomo' a 'uomo'! Eh eh eh!" si alzo' in piedi fissando lo sfidante "Si tolga
di mezzo signorina Misato."
La donna si sposto' appoggiandosi a una parete della palestra.
"Sei pronto?" chiese Touji.
"E tu hai bosogno di saperlo per esserlo?" ridacchio' Shinji.
Con un poderoso urlo di battaglia Touji si lancio' su Shinji che lo schivo'
velocemente, prendendo il braccio sinistro proteso a grabbargli il bavero del
kimono, per poi torcerglielo dietro alla schiena.
Touji non fece una piega e con una capriola si trovo' di fronte a Shinji che
ancora sembrava non volergli cedere il braccio. Lo prese quindi per la cintura,
si lascio' cadere di schiena e con un calcio lo lancio' via, liberandosi dalla
presa. Il ragazzo ando' a sbattere contro il pavimento, atterrando malamente, ma
rialzatosi s'avvento' su Touji con una furia spaventosa e lo colpi' al petto con
un doppio colpo di mano e di calcio, poi dandosi forza girando su se stesso,
s'abbasso' e lo colpi' da dietro ai polpacci, facendolo cadere per terra. Shinji
lo stava per colpire alla testa, con un pugno che avrebbe concluso la loro sfida
ma si fermo' prima di colpirlo e strillo' "IPPON!" poi appoggio' la mano sulla
testa dell'altro "Devi ammettere che sono in gamba, per essere un novellino."
"Certo... Shinji." Sorrise Touji dandogli la mano per farsi aiutare a rialzarsi
"Ma io non sono certo da meno. Ah ah ah!"
"Non li capiro' mai questi discorsi da ragazzini." disse Misato e alzandosene se
ne torno' a casa.