Neon Genesis Evangelion Robot
... e se Shinji, al posto del ragazzo tranquillo che e' fosse stato uno dei soliti piloti robottonici alla Tetsuya, Koji e Ryoma? Insomma senza paura... un ragazzo d'azione... questa FF e' un riassunto di questa fantasticheria... Non me ne vogliate!

Shinji Kakaroth (akiratoriyama@JABAWACK.it) - Il suo sito

Tratto da un 3d di I.A.C.


Capitolo 17 - Il quarto pilota

Anno 2015 - Neo Tokyo 3

"Sparito?" chiese Asuka, incredula di fronte alla notizia che la First Children aveva dato a Misato dopo cinque giorni dall'accaduto.
"Non e' piu' tornato a casa da cinque giorni." mugugnava irretita il maggiore
"Prima veniva in ritardo ai test e combinava guai, ma era pur sempre il nostro miglior pilota." sbatte' una mano sulla scrivania dietro cui era seduta, facendo oscillare il caffe' contenuto all'interno di una tazza "E' sicuramente tutta colpa del reparto servizi segreti, che non l'hanno tenuto sott'occhio tutto il tempo come avrebbero dovuto fare." si lamento' al vento, nonostante le due ragazze stessero conversando tra di loro.
"Cosa vuoi dire con 'sparito'? Non e' che l'hanno rapito?" la rossa si fece piu' vicina, pressando Rei con le sue domande.
"Non so'. Una mattina non l'ho piu' trovato e neanche la moto parcheggiata. Non te ne sei accorta anche tu?" le fece di rimando.
"Pero' se se ne fosse andato definitivamente per qualcosa che gli e' successo dopo l'ultimo scontro..." Asuka tentenno, pensando che la colpa poteva essere da attribuirsi a lei per la perdita di Shinji.
"Non s'e' verificata alcuna contaminazione mentale." rispose franca Misato, col suo tono da sottufficiale "Tuttavia permangono ancora molti interrogativi su cosa sia successo realmente a Shinji. Non abbiamo registrazioni, visto che il mantenimento era tenuto al minimo..."
"Non ci resta che pregare." sghignazzo' Kaji entrando dalla porta, dopo aver sentito parte della conversazione "Perdere un talento come il suo sarebbe un reato, non la pensa come me Maggiore?"
Misato sapeva bene che Kaji usava i titoli solo per ridicolizzare, ma continuo' a tenere il suo fare altezzoso anche di fronte a questo affronto.
"Shinji non e' stato affatto perso." sbatte' il pugno sulla scrivania, facendo quasi rovesciare il caffe' dalla tazza "Non e' assolutamente..."

"Svanito!" scandi' piano Maya "A tuttoggi non abbiamo chiare le cause della sparizione dell'intera seconda sezione statunitense."
Sotto i loro piedi un enorme monitor mostrava le registrazioni della sezione in questione dal satellite, qualche secondo prima del disastro.
"Cosi' i tempi devono essersi accorciati." sbuffo' Misato, con uno sguardo bieco.
"Ipotiziamo sia stato causato da un malfunzionamento del motore esse quadro." continuo' il tenente Hyouga la relazione sull'accaduto "Da un uso di parti non adatte al sabotaggio si tratta di quarantatre'milaseicentosette ipotesi."
"Quindi anche lo 04..." continuo' Gendo.
"Perso nell'accaduto." rispose Aoba.
"Per l'unita' 03 e' gia' stato approntato il protocollo 19-56." fecee Maya, continuando a leggere.
"Una vera gatta da pelare. Quindi se ne lavano le mani." concluse Misato "Non li biasimo dopo quel che e' accaduto." pronuncio' le parole con una punta di malinconia nella voce, come provasse pieta' per tutta la gente coinvolta in quella sparizione "Piuttosto, quando si pensa arrivera' in Giappone?"
"Entro tre giorni. Per il test d'attivazione abbiamo intenzione di scegliere il fourth children." sussurro' Ritsuko alla vecchia amica, mostrandole il contenuto della cartellina che teneva in mano.
"Lui? Come mai?" chiese a denti stretti, senza far sentire la sua obiezione al comandante Nagare.
"Il Rapporto Marduk lo ha scelto." ridacchio' tra se', allontanandosi dalla donna "Altro non hai bisogno di sapere."

Era tardi, quando Touji Tomoe venne chiamato in presidenza. Gli altri ragazzi al sentire il suo nome pronunciato per interfono iniziarono a ridacchiare e prenderlo in giro, dicendo che questa volta l'aveva combinata davvero grossa.
Dopo aver lanciato un paio di insulti ridendo, usci' dalla classe prima dell'arrivo del professore e si diresse verso la presidenza. Poi noto' una cosa strana. Il banco di Shinji era vuoto.

"Tu sei Touji Tomoe?" fece la donna bionda, togliendosi gli occhiali, senza pero' alzarsi non appena fosse entrato.
"Si'." rispose deglutendo.
"Vorremmo farti una proposta, sei stato scelto dall'istituto Marduk come fourth children. L'unita' designata sara' lo 03. Sei conscio che salire a bordo di un unita' Evangelion potrebbe essere rischioso? Comunque sia abbiamo gia' preparato questi moduli assicurativi e in piu'..." usci' fuori la foto di una ragazzina in un letto d'ospedale "...vuoi che sopravviva?" aveva messo il ragazzo alle strette. Quella strega lo stava costringendo a impegnarsi per il bene della sorella e quando la mano si poso' sul foglio di carta, vergando il suo nome, il ragazzo seppe che il suo destino s'era segnato.

Stava rientrando.
Era un po' di tempo che rientrava da sola a casa, sentiva una sensazione che le afferrava il petto in un ansia spaventosa. Prima d'allora non l'aveva mai provata. "Che sentimento sara'? Malinconia?" si chiedeva silente, soffermandosi al semaforo a pensare a come fosse cambiata.
Era vuota, completamente vuota fino a qualche mese prima. Non aveva contatti esterni. Aveva un solo vestito. Parlava quasi mai. Abitava in un posto squallido e sporco. Non si lamentava. Una macchina quasi la prendeva sotto, quando si ritrasse in tempo.
Ora invece aveva imparato cosa fosse l'amicizia, cosa fossero i sentimenti umani, la bonta' di un caffe' caldo quando era una giornata uggiosa, il benessere di trovare qualcuno in casa che aspettasse il tuo ritorno.
Provava un dannato senso di disperazione.
"Ma perche' mai provo quest'oppressione?" si chiese quasi in lacrime, mentre una moto sfrecciava sulla strada alla sua destra, prima di frenare con un terribile stridore di freni.
"Heila'." la voce familiare le lacero' il cuore.
"Shi... Shinji?" chiese, voltandosi sovrappensiero.
"E chi altri senno'?" le sorrise, mentre ingombrava la strada e le macchine iniziavano a suonargli contro i clacson "Hai un appuntamento?" la ragazza fece un cenno di diniego con la testa "Allora salta su, ti porto in un bel posto." la ragazza non soppeso' l'invito. Fece come gli era stato chiesto, saltando sul sellino della moto e aggrappandosi alla schiena di Shinji.
'Dopotutto sono una babola.' diceva a se' 'Devo fare quello che mi viene ordinato.' si ripeteva, mentre il suo cuore ormai libero dalle catene, cominciava a batterle inaspettatamente forte nel petto.

"Questo e' un bellissimo Bar, si chiama 'Jazz Heaven'." le sorrise, porgendole un dolcissimo sherry "Ho conosciuto il proprietario durante una rissa. Lui sostiene che il Jazz porti l'animo in uno stato vicino a quello che si potrebbe provare in paradiso, quindi ascoltarlo dovrebbe avere piu' o meno lo stesso effetto. Per questo nel locale manda solo brani Jazz." poi la fisso' e quando' i loro sguardi s'incrociarono, noto' che lei aveva di proposito distolto lo sguardo ed era arrossita.
"Sai, a me non piace tanto stare assieme alla gente. Questo perche' di solito gli uomini non possono fidarsi totalmente dei propri simili." le prese la mano
"Ma sento che posso fidarmi totalmente di te." il suo sguardo era rovente.
"G... grazie." fu l'unica risposta che riusci' a uscirle dalle labbra.

"Sono stati giorni terribili per noi dei servizi di sicurezza, temevano intrusioni esterne e c'erano delle lunghissime procedure e fogli di rapporto da scrivere." sbuffo' sbadato, mentre il vento scompigliava i capelli di Ryouji Kaji "Sai bene che cose simili non erano mai accadute. E senza che la terra rimanesse in alcun modo danneggiata o permanesse un cratere nella zona."
"Non si sa' mai cosa puo' succedere... le vie per l'inferno sono infinite." ghigno' il ragazzo seduto accanto a lui.
"Oh..." si sorprese "Ricordo che quel proverbio fosse diverso. Ma forse la necessita' cambia anche i modi di dire."
"E' verso l'inferno che stiamo finendo e tu lo sai bene, non negarlo." il ragazzo s'alzo' in piedi, reggendosi al parabrezza, mentre la porche sfrecciava a tutta velocita' sulla strada semideserta "E' per salvarti che ti stai rivolgendo a me, perche' sai che fermero' questo assurdo progetto."
"E' che di solito mi piace sapere cosa diavolo succede attorno e allo stesso tempo non mi piacerebbe morire senza sapere cosa m'ha ucciso." ogni tanto dava un'occhiata al suo ospite per poi tornare con lo sguardo sulla strada.
"Guarda." indico' a sinistra "E' proprio bello il mare di notte, nelle notti di plenilunio e' cosi' brillante da offuscare quasi il chiarore delle stelle in cielo." si lascio' cadere sul sedile "Lo sai perche' sto facendo tutto questo, quindi non condannarmi e cerca di depistare Misato." si interruppe pensando alla donna, cosi' tremendamente gentile ma allo stesso tempo rompiscatole "Lei non deve sapere. Solo tu e mio padre sapete... e forse anche Rei sta avendo qualche sospetto." gli mise una mano sulla spalla e Kaji ebbe un sussulto quasi l'avesse toccato un fantasma "Perdonatemi. Lo ammazzero'... solo questo. Poi l'umanita' rifiorira'." i capelli del ragazzo gli svolazzavano sulla fronte e col vento a carezzargli il viso si rilasso'.

[CONTINUA AL CAPITOLO 18]