La rivincita di Vega
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Sulla Terra regna da tempo la pace e Actarus si trova su Fleed assieme
alla sorella Maria. Al ranch Betulla Bianca sembra tutto tranquillo ma è la quiete prima
della tempesta...
guimug
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Capitolo 1
Il mostro spaziale si preparava a colpire, dai suoi occhi partirono i micidiali raggi vegatron luminosi e mortali; Alcor con una veloce imbardata portò il suo veicolo fuori portata ma nel fare questa manovra si venne a trovare direttamente sotto il fuoco incrociato dei minidischi di scorta.
"Raggi ciclonici!!!!", dalle ali del Goldrake 2 partirono le due scariche che ridussero in briciole i minidischi più vicini.
"Ma dov'è finito Actarus?", si chiese il giovane pilota, "Da solo non posso farcela a sostenere l'attacco……Actarus, Actarus, dove sei, mi ricevi?? Actarus, ho bisogno di aiuto!!!!"
La radio continuava a restare muta, nessuno rispondeva al suo disperato appello; un colpo fortissimo in coda lo fece trasalire, la catena uncinata del mostro di Vega si era abbattuta sul veicolo danneggiando gravemente gli stabilizzatori, Alcor cercò di richiamare il veicolo che si stava lanciando in una pericolosa vite ma un secondo colpo lo prese direttamente sul motore di destra che cominciò a bruciare.
"Actarus dove sei?????? Dott. Procton, sono colpito, sto precipitando….mayday, mayday!!!!!", nessuno rispose alle sue grida disperate mentre il Goldrake 2 veniva colpito da una raffica di raggi vegatron che gli bruciarono tutti i circuiti di alimentazione; la consolle di comando esplose investendo in pieno Alcor……era la fine, dopo tante battaglie il valoroso pilota affrontava ora la disfatta e mentre precipitava non smetteva di chiamare il suo amico che quella volta misteriosamente non era accorso in suo aiuto "Actarus" ripeteva ormai mentre sentiva la vita sfuggirgli "Actarus……dove sei….aiuto…Actarus…."
Alcor aprì gli occhi, il sole illuminava la sua stanza alla fattoria Betulla Bianca, fuori udiva le voci di Rigel e Mizar intenti ad accudire i cavalli, sbattè le palpebre un paio di volte….aveva di nuovo avuto lo stesso incubo, era solo in mezzo al cielo contro una moltitudine di nemici e nessuno lo veniva ad aiutare; aprì la finestra per inspirare la fresca aria del mattino, fuori era una magnifica giornata ed il cielo era terso e sgombro da nuvole e soprattutto da qualsiasi oggetto volante.
"Ormai è passato un anno da quando la guerra è finita, non capisco come mai ho cominciato ad avere questi incubi…ormai è una settimana che faccio sempre lo stesso sogno"
Dalla cucina una voce lo chiamò "Alcor, vieni a fare colazione", era Venusia che da quando aveva smesso la sua uniforme da combattimento si era trasformata in una perfetta donna di casa, dopo averle risposto che sarebbe sceso subito Alcor pensò che forse lei, con la quale aveva condiviso i rischi e gli orrori della guerra, avrebbe potuto capirlo se le avesse raccontato ciò che gli stava succedendo.
"Oh, finalmente dormiglione!" lo apostrofò Venusia quando il ragazzo comparve in cucina "Credi forse che io sia qui ad aspettare i tuoi comodi? Avanti, siediti e mangia in fretta che mio padre ha bisogno di te per domare quel cavallo"
Alcor si sedette a tavola e si versò una tazza di caffè, mentre la sorseggiava il suo sguardo si posò sulla ragazza intenta a rigovernare le stoviglie. Venusia aveva poco più di vent'anni ma la guerra l'aveva resa matura e dai suoi occhi questo traspariva come traspariva anche quel velo di tristezza che la partenza del suo amato Actarus verso il natio pianeta Fleed vi aveva lasciato; povera Venusia, da quel giorno non si era praticamente più mossa da casa, per lei il mondo esterno era come se non esistesse e spesso Alcor l'aveva sentita singhiozzare di notte con lo sguardo rivolto verso la Croce del Sud ove sapeva essere il pianeta Fleed.
L'unica sua compagnia, a parte gli abitanti della fattoria, erano gli uomini del personale della base del Dott. Procton ove si recava spesso sperando che lo scienziato riuscisse prima o poi a mettere a punto un sistema di comunicazione intergalattico, un progetto a cui stava lavorando, che le permettesse di mettersi in contatto con Actarus e Maria.
Già, Maria….Alcor abbozzò un sorriso al ricordo della vivace ed incauta sorellina di Actarus, così giovane eppure così coraggiosa ai comandi della Trivella Spaziale; quante volte aveva dovuto frenarla in battaglia eppure quante volte il suo intervento si era rivelato risolutivo.
Si era invaghita di lui la piccola Maria, e anche Alcor capiva che fra di loro sarebbe potuto nascere qualcosa ma la ferita ancora aperta della separazione da Sayaka Yumi e l'incalzare della guerra non avevano permesso lo sbocciare di quel sentimento e alla fine della guerra i due fratelli erano subito partiti alla volta del loro pianeta natale.
Si riscosse dai suoi pensieri alla voce di Venusia che gli chiedeva se avesse finito la colazione, "Uh….si, grazie Venusia, senti volevo parlarti di una cosa un po' strana……sai, sono alcune notti che continuo a fare degli strani sogni"
"Che sogni?" chiese la ragazza, mentre una strana ombra le si dipingeva sul viso. "Sogni che riguardano la guerra" continuò Alcor "continuo a rivedermi ai comandi del mio veicolo mentre affronto da solo l'attacco delle armate di Vega, i nemici sono troppi per me ma nonostante continui a chiamare Actarus lui non viene mai in mio aiuto e regolarmente finisco per soccombere"
Venusia esitò qualche secondo prima di rispondere, poi dopo un lungo sospiro disse "E' strano, anch'io ho fatto dei sogni simili…….ho visto le truppe di Vega attaccare la base e la fattoria spargendo il terrore e nessuno veniva a salvarci, chissà forse l'avvicinarsi del primo anniversario della fine della guerra ci ha risvegliato le paure che allora tenevamo nascoste e che ora ci si ripresentano sotto forma di sogni"
"Può darsi, speriamo che passino presto perché comincio a sentirmi un po' esaurito….comunque, a proposito dell'anniversario, come vanno i preparativi per la festa?"
Discussero per un po' dell'organizzazione del picnic alla fattoria per celebrare l'avvenimento e che si sarebbe svolto il prossimo sabato, quindi Alcor uscì per andare ad aiutare Rigel e Mizar.