Neon Genesis Evangelion Vs Mazinga
L'incontro tra due capostipiti dell'animazione giapponese. E lo scopo finale è sempre lo stesso: salvare il mondo

Darik


Capitolo 5
Misato, destata dal suono della sua sveglia, si alzò dal letto ancora mezza addormentata, con un occhio chiuso e l'altro aperto. Si stiracchiò le gambe e le braccia e poi sbadigliò, uno di quelli sbadigli che le tramutavano la bocca in una sorta di voragine.
Se fosse dipeso da lei, avrebbe dormito per almeno altre tre ore, ma siccome aveva il turno del mattino alla Nerv, allora doveva alzarsi per forza massimo alle sette e mezza, per poi essere alla base entro le otto in punto. Si guardò attorno, e vide affianco al suo, un altro futon, vuoto.
"Che strano… perché c'è un altro futon in camera mia?" pensò sonnecchiante.
Poi si ricordò: "Già, è vero. Stanotte Rei ha dormito qui. Ma il futon è intatto. Avrà dormito in soggiorno". Misato uscì dalla sua stanza e andò in bagno.
Poi si diresse verso la cucina, e passò affianco alla camera di Shinji, che aveva la porta aperta.
Il maggiore guardò furtiva nella stanza, non c'era nessuno, le coperte del letto erano smosse, ma non sembravano essere state alzate.
"Mmm… Shinji deve aver dormito vestito. Però se è uscito dalla stanza, allora è un buon segno… spero". Nonostante il sonno, Misato rammentava benissimo cosa fosse successo al ragazzo il giorno precedente, e un sottile velo di tristezza apparve sul suo viso.
"Ma adesso dove sarà Shinji?"
Misato trovò Shinji in cucina mentre preparava la colazione con indosso un grembiule. "Buongiorno Shinji" esordì Misato sorridendo, e sperando che il ragazzo rispondesse nello stesso modo. "Buongiorno a lei, signorina Misato" rispose Shinji girandosi e sorridendo anche lui. Misato si rallegrò: "Mi sembra in buona forma stamattina. Meglio cosi". Passarono alcuni minuti, con Shinji che preparava un brodo per Misato e del the per lui e Asuka, che stava ancora dormendo, mentre Misato aveva messo mano alla sua ennesima birra. Poi il maggiore e il ragazzo si guardarono in giro con occhi perplessi. Chiesero l'uno all'altra: "Dov'è Rei?" Silenzio.
Quando riprovarono a parlare dopo alcuni secondi di imbarazzato mutismo, ridissero la stessa cosa: "Come sarebbe a dire 'Dov'è Rei?'"
Di nuovo silenzio.

Asuka si stava lentamente svegliando sulla poltrona, ma nel muoversi sentì le sue ossa scricchiolare. "Ahhh… la mia schiena! Ma chi me la fatto fare di dormire su questa cavolo di poltrona?" si lamentò la ragazza massaggiandosi la schiena.
Quando provò ad alzarsi, vide cadere dalla poltrona una coperta e un cuscino. E le sue gambe erano posate su una sedia, ma era certa di non essere stata lei a mettersi in quella posizione la sera prima, e di non aver preso nessun cuscino o coperta.
"E questi da dove spuntano?" si chiese alzandosi dalla sedia e chinandosi per raccoglierli. Sicuramente glieli avevano messi addosso dopo che si era addormentata, ma chi poteva essere stato?
Non Misato, perché era andata a dormire prima di lei, e siccome la sua tutrice ha il sonno istantaneo e pesante come macigni, era impossibile che si fosse alzata nella notte.
E neanche l'Allieva Modello, figurarsi. Quella non fa niente se prima non glielo ordinano. Restava una sola possibilità.
"Possibile che sia stato…"
Ma i suoi pensieri furono interrotti dal grido di Shinji e Misato: "REIIIIIIIIII!" Quel grido improvviso la fece sobbalzare, mentre dalla cucina piombarono in soggiorno i due urlatori, che si guardarono attorno e poi cominciarono a controllare in tutte le stanze.
"Maledizione, non è in soggiorno come pensavo io!" esclamò Misato mentre guardava in bagno.
"E non è neanche con la signorina Misato, come credevo io!" disse Shinji che controllava nella camera di Asuka. Rovistarono da cima a fondo l'appartamento, con movimenti tanto veloci che Asuka faticava a seguirli con lo sguardo, e poi si ritrovarono nuovamente nel soggiorno.
"Qui la spiegazione è una sola: Rei se ne andata senza dire niente. Accidenti a lei! Dopo che avevo avvertito il servizio di sicurezza di non preoccuparsi se non la vedevano tornare a casa perché avrebbe dormito qui! Se dovesse succederle qualcosa… il comandante Ikari vorrebbe la mia testa su un piatto d'argento!" si disperò Misato mettendosi le mani tra i capelli.
"Un momento, riflettiamo. Se è uscita, e considerando il fatto che oltre al suo appartamento non ha altri luoghi dove andare, proviamo a chiamarla li" propose Shinji.
"Non ha telefono in quella casa. Useremo il cellulare" disse Misato dirigendosi verso il telefono. In mezzo al soggiorno era rimasta Asuka, che tutta crucciata osservava i suoi coinquilini. "Shinji, dov'è l'agenda con i numeri?" domandò Misato che non ricordava il numero di Rei probabilmente a causa della tensione. "E' nel secondo cassetto in basso…" provò a spiegare Shinji che stava dietro di Asuka, ma mentre cominciava a camminare anche lui verso il telefono, inciampò in una delle gambe della poltrona, cadde a terra mettendo le braccia in avanti e senza volerlo afferrò il pantaloncino di Asuka abbassandolo e lasciando vedere il sedere della ragazza coperto da una mutandina bianca. Asuka abbassò lo sguardo su se stessa, e prima divenne rossa come i suoi capelli, poi si voltò verso Shinji fissandolo con sguardo demoniaco.
"Tu…. Tu… Tu… Tu……!!!"
"Ma… ma non… non l'ho fatto… apposta…" provò a giustificarsi Shinji con una voce che sembrava quasi uno squittio, mentre anche lui arrossiva per l'imbarazzo. "Stupido!!!!" gridò Asuka menandogli un destro micidiale, poi gli saltò addosso cominciando a strozzarlo. "Baaaah!" esclamò Misato scuotendo il capo davanti a quello spettacolo e trovando finalmente l'agenda con il numero del cellulare di Rei. Rapidamente compose il numero, e nell'attesa che qualcuno rispondesse, si mordeva il labbro inferiore battendo un piede a ritmo frenetico sul pavimento. "Ti prego, rispondi rispondi rispondi rispondi!" Dopo alcuni squilli, finalmente dall'altra parte della cornetta giunse un inespressivo: "Pronto". Misato tirò un fortissimo sospiro di sollievo: "Rei, grazie al cielo! Dove ti trovi?" "Sono nel mio appartamento" rispose Ayanami. "Si può sapere cosa ti è saltato in mente?! Te ne sei andata senza dirmi niente, dopo avermi fatto credere che avresti dormito da noi! Ma ti rendi conto che se ti fosse successo qualcosa, il comandante Ikari se la sarebbe presa con me? E comunque, stai bene? Vuoi che ti venga a prendere?" "Veramente maggiore, io non ho mai detto che avrei dormito da voi. Se lei, a causa dei miei silenzi, ha capito cosi, mi dispiace. Le assicuro che la prossima volta dirò esattamente quali sono le mie intenzioni". Rei parlava con voce assolutamente atona, non c'erano sarcasmo o rimprovero nelle sue parole. Misato provò ad obiettare ma lasciò perdere. "Comunque, vorrei che mi facesse un piacere. Evidentemente ieri, quando sono tornata a casa, devo aver preso freddo e ora ho un principio di febbre. Quindi, se le è possibile, dica ad Ikari e poi al comandante supremo e alla dottoressa Akagi che per qualche giorno resterò ferma a casa mia per riposarmi". Misato rimase sorpresa, ma non dal fatto che la ragazza avesse la febbre, perché anche se da quando la conosceva non l'aveva mai vista malata, Rei era comunque una persona di carne e ossa. Però era la prima volta che Rei avanzava una richiesta personale. Il maggiore spesso era spesso portato a credere che Rei avrebbe adempiuto il suo dovere sempre, in qualunque condizione fisica si trovasse. Aveva ancora davanti agli occhi quella ragazza stesa su una barella, ansimante, bendata, debole, che nonostante tutto tentava di obbedire al comandante Ikari e di salire sull'Eva-01 per combattere contro il 3° Angelo, nel giorno in cui Shinji arrivò per la prima volta a Neo-Tokyo 3. Una cosa che rattristava Misato: "Rei, perché ti comporti come un automa?" Perciò in quel momento, la sorpresa fu sostituita da una certa contentezza: finalmente Rei cominciava ad avere cura di se stessa. "Sei sicura? Vuoi che ti venga a trovare oppure che ti mandi un medico?" chiese ancora Misato. "Stia tranquilla, maggiore Katsuragi. Un po' di febbre non ha mai ucciso nessuno. E dica al comandante Ikari di non preoccuparsi, in caso di eventuali attacchi verrò sicuramente alla base". "Mmm… va bene Rei, farò quello che mi hai chiesto. Riguardati, mi raccomando. Se riusciremo a trovare il tempo, o io o Shinji potremmo venire a trovarti. Però mi raccomando, che non succeda mai più quello che è successo stanotte". "Glielo prometto". Riattaccarono entrambe.
Misato si voltò e vide un infuriata Asuka che aveva bloccato un disperato Shinji con una mossa da catch.
"Adesso basta, voi due!" ordinò autoritaria Misato, che spiegò loro cosa le aveva detto Rei.
"Accidenti, spero che Ayanami non abbia niente di grave" disse Shinji mentre si rialzava insieme ad Asuka. Ma lui, a differenza della rossa, era tutto dolorante.
"Ma cosa vuoi che abbia quella li!" esclamò Asuka "Sprizza salute da tutti i pori, anche se è pallida come un cadavere!" "Su, preparatevi per andare alla base. Dato che la città è stata evacuata, la scuola è temporaneamente chiusa. Ma non credo che chiudervi dentro casa sia la soluzione migliore. Verrete con me, cosi potrete osservare i lavori di potenziamento degli Evangelion e prepararvi ad altri eventuali scontri con quei mostri meccanici".

Rei rimase per qualche secondo col cellulare in mano, in cucina, poi andò nella stanza dove teneva il letto. E sul letto si agitava e contorceva una ragazza con lunghi capelli castani, preda di spasmi muscolari, sudatissima e che sembrava avere anche una febbre altissima. Qualche volta gli spasmi erano cosi violenti che la facevano piegare in due, e quando questo accadeva, la ragazza vomitava sul pavimento un liquido verdastro. Rei fissava impassibile quelle chiazze di vomito che sporcavano il pavimento del suo appartamento, non aveva messo bacinelle per evitarlo perché non aveva alcuna cura della sua casa. In realtà una bacinella c'era, vicino al letto, ma era già piena d'acqua e c'era anche un panno. Rei si piegò sulle ginocchia affianco alla ragazza sul suo letto, prese il panno e glielo passò sulla fronte per asciugarle il sudore.

All'interno della base della Nerv, Asuka e Shinji stavano mangiando qualcosa nel self service e nonostante non ci fosse stata scuola indossavano le divise scolastiche. Avevano passato le precedenti sei ore facendo prima gli ennesimi test di sincronia, che ormai li avevano lungamente annoiati, e poi si erano recati a visionare i lavori di ristrutturazione dei loro Evangelion, in vista di altri attacchi da parte di quei mostri meccanici. Una visita guidata dal maggiore Katsuragi, che i ragazzi avevano trovato abbastanza interessante: era stata inserita un nuovo tipo di batteria al posto della precedente, posizionata all'interno della corazza dell'umanoide, che aumentava di molto il periodo di autonomia portandolo a due ore, ed era decisamente meno vulnerabile del cavo. Per quanto riguardava invece le armi, oltre al potenziamento delle armi da fuoco, erano state inserite nelle lame simili a spade negli avambracci e che spuntavano dai gomiti. Quelle lame sfruttavano lo stesso tipo di funzionamento del Progresive Kinfe, ma erano ancora più affilate e molto più spesse di tutte le altre armi bianche degli Eva, quindi più resistenti. Inoltre si stavano modificando anche i supporti verticali montati sulle braccia, in modo che ospitassero un nuovo tipo di arma da fuoco che ancor prima dell'attacco dei mostri meccanici, si era già deciso di inserire negli Eva. Tuttavia la dottoressa Akagi non volle dilungarsi in ulteriori spiegazioni. Ma in quel momento i due ragazzi non avevano voglia di parlare di questo, perché le loro menti erano prese da tutt'altro genere di pensieri. Mentre mangiavano il contenuto dei loro piatti in totale silenzio, si sentivano appena soltanto i rumori delle loro posate, ogni tanto si lanciavano l'un l'altra delle occhiate nervose. Prima di allora c'erano stati Misato, i test di sincronia, le osservazioni sulle modifiche agli Eva che li avevano distratti, però adesso erano entrambi agitati nel trovarsi da soli insieme. Shinji ricordava cosa era successo quella notte, quando lui, anche se senza volerlo, si era ritrovato addosso alla ragazza dai capelli rossi. Si sentiva peggio rispetto a quella volta in cui aveva cercato di baciarla la notte prima dello scontro contro il 7° Angelo, perché in quell'occasione nonostante il suo tentativo, alla fine si era fermato senza neanche sfiorarla. Invece adesso non solo era finito praticamente col viso nel seno di lei, ma quando Asuka gli aveva messo nel sonno le braccia intorno al collo e aveva passato le sue mani sulla schiena di lui, in Shinji era stata fortissima la tentazione di rispondere al suo abbraccio, di accarezzarle i capelli, di posare finalmente le sue labbra su quelle di Asuka, colei che per la prima volta era riuscita a fargli pensare"mi piace". Ma alla fine fuggiva tali tentazioni, fino a quel momento la ragazza non aveva fatto altro che prendersi gioco di lui, e cosi avrebbe continuato a fare, ne era sicuro. "Io non riuscirò mai a farle capire ciò che provo per lei, e lei non potrebbe mai provare qualcosa per uno come me".

Asuka mangiava senza troppa voglia, e ogni tanto si fermava a giocare col cibo usando una posata. Era alquanto indispettita nei confronti di Shinji che sedeva affianco a lui, per via del piccolo incidente successo in mattinata. "Sto porco!" pensava la ragazza "dice che è stato un incidente se mi ha abbassato il pantaloncino scoprendomi le mutandine! Dice che è inciampato! Ma chi crederebbe a simili panzane?! L'ha sicuramente fatto apposta! Maiale! Si meriterebbe un bel calcio nelle palle! ". Eppure c'era qualcosa che non andava, perché se Asuka sembrava solo odiare Shinji, allora come mai aveva cominciato da diverso tempo a sognarselo la notte? Lo sognava spesso, e l'ultimo sogno poi le era sembrato molto più realistico del solito, quasi come se lo avesse veramente stretto tra le braccia, e non solo nella sua mente. Simili sogni erano fonte di imbarazzo per lei, nemmeno il signor Kaji era apparso cosi tante volte nei suoi sogni. Ma oltre che di imbarazzo, erano fonte anche di delusione, perché le facevano vedere ciò che non accadeva nella realtà: quell'idiota di Shinji non mostrava il minimo interesse verso di lei, non riusciva a vedere in Asuka niente di più di una coinquilina, o di una collega, visto che entrambi pilotavano l'Eva, o di un amica. Nello scontro contro l'8° Angelo si era gettato nel magma per salvarla, un gesto che l'aveva fatta sperare. Ma perché poi non aveva fatto più niente per lei? La risposta poteva essere una sola: non provava niente per lei, per quanto Asuka cercasse di stuzzicarlo, anche con gli insulti. Neanche il preoccuparsi sinceramente per lui dopo quello che gli era successo nell'ufficio del comandante Ikari l'aveva smosso. Solo un amica, niente di più, era evidente, e la sua amicizia non le bastava. "Sembra proprio che Shinji mi amerà solo nei miei sogni. Dannazione! Shinji! Mi fai venire una rabbia incredibile! Perché non ti piaccio?"

Misato arrivò in quel momento nella sala mensa, e rimase subito colpita dal silenzio del locale e dal mutismo di Shinji e Asuka. "Mamma mia, che atmosfera allegra" mormorò il maggiore, che si avvicinò ai ragazzi chiamandoli per nome. Non appena la sentirono, Shinji sussultò sulla sedia, ad Asuka un boccone per poco non le andava di traverso. "Ma si può sapere perché siete cosi tesi? Non ditemi che siete in apprensione per via di quei mostri meccanici? Dopo tutte le battaglie contro gli angeli, oramai dovreste essere abituati a tensioni simili". Piccola bugia, e Misato lo sapeva bene, non ci si abitua mai completamente a situazioni simili. Si può raggiungere un certo equilibrio di tolleranza, ma basta poco per infrangerlo. Però voleva sapere cosa era successo a quei due per farli stare cosi zitti. "Non c'è nessun motivo particolare" disse Asuka infastidita "e solo che sono ancora arrabbiata perché stamattina questo idiota mi ha abbassato il pantaloncino per guardarmi le mutandine". "Non è vero! E' stato un incidente! " si difese Shinji. Misato capì subito che era una scusa: "Ma se tu ce l'avevi ancora con lui per quel incidente, in tutto questo tempo le tue grida si sarebbero sentite per tutta la base. Quando sei arrabbiata neanche con un bavaglio si riesce a zittirti. Invece silenzio assoluto. E' strano". "Ma insomma" gridò Asuka alzandosi in piedi "quale sarebbe il problema? Che abbiamo fatto un po' troppo silenzio? Vuoi sentirci parlare? Ecco, dico 'bla bla bla bla bla bla bla bla bla'!" la ragazza gesticolò nervosamente con le braccia "Ho detto qualcosa, contenta? Dici qualcosa anche tu, Shinji!" Shinji si sforzò di sorridere e mormorò: "Qualcosa". Misato e Asuka lo guardarono, e quest'ultima gli diede un cazzotto sulla testa facendolo finire con la faccia nel piatto che aveva davanti a sè. "StupiShinji!" sbraitò Asuka andandosene con passo veloce. Shinji lentamente alzò il viso, e Misato cominciò a pulirglielo con un fazzoletto di carta. "Volevo diminuire la tensione con una battuta, per quanto vecchia. Ma è stata una idea idiota" si giustificò Shinji. "Già, è stato come versare benzina sul fuoco" gli rispose Misato "ma credo che un po' sia stata anche colpa mia. Non dovevo insistere per sapere il motivo del vostro silenzio. Senti, io dovrò fermarmi alla base per tutto il pomeriggio e probabilmente anche per tutta la notte. Le modifiche agli Eva verranno ultimate entro domani, ma il comandante vuole che rivediamo tutte le nostre strategie di battaglia nel caso tornino quei mostri meccanici. Ma tu e Asuka potete tornare a casa". "Va bene". "Ho un idea. Siccome tu e Asuka avrete il pomeriggio libero, perché non andate a trovare un po' Rei? Forse le farebbe piacere vedere delle facce amiche". "Non credo che Asuka lo apprezzerebbe. Sarebbe come innescare casualmente una bomba atomica. Al massimo, potrei andarci io solo". "Come vuoi tu. Nessuno ti obbliga".

Shinji e Asuka erano usciti dalla base e si erano separati. Mentre la ragazza si era messa a passeggiare lungo un marciapiede che dava su una fila di negozi, Shinji si era incamminato verso l'appartamento di Rei Ayanami. Aveva proposto ad Asuka di seguirlo, ma la rossa, non appena aveva sentito che si trattava di andare a trovare Ayanami, era esplosa in un fortissimo "Stupido!" e poi gli aveva anche lanciato contro una scarpa. "Che strano. Eppure quando avevo iniziato il discorso chiedendole se voleva venire con me, si era mostrata molto interessata. Si vede che proprio non le piaccio". Camminando per le strade, deserte dopo l'evacuazione della città, illuminate dal rosso acceso del sole che tramontava, e infastidito dal rumore dei numerosi cantieri che senza un attimo di pausa sgombravano le macerie dei palazzi distrutti durante l'ultima battaglia, arrivò infine al quartiere di prefabbricati dove abitava Rei. E qui ci fu come un cambiamento improvviso di atmosfera, il rumore dei cantieri sparì quasi per incanto, sostituito dal leggero e continuo frinire delle cicale. Arrivò infine davanti al palazzo dove abitava Ayanami, e cominciò a salire le scale, fino a giungere davanti alla porta dell'appartamento dove abitava la ragazza. "Non è la prima volta che vengo io, eppure ogni volta sento una strana atmosfera che mi da i brividi. Sembra quasi un luogo situato in un'altra dimensione". Provò a suonare il campanello, ma era rotto, come sempre del resto. Allora provò a bussare: "Ayanami, sono io, Ikari. Sono venuto a vedere come stai". Dopo alcuni attimi di totale silenzio, Shinji udì dei passi provenire da dietro la porta. La porta si aprì leggermente e dallo spiraglio si affacciò Ayanami. "Salve Ikari" esordì freddamente Rei. "Uhm… ciao, Ayanami. Ecco, volevo sapere come stavi. Ops, te l'avevo già detto, scusami". "La febbre è stabile tra 38 e 39. A volte mi gira un po' la testa, vengo colta da leggeri tremori e mi viene in certi casi da rimettere". Shinji rimase sorpreso non tanto da quelle parole, ma dal modo con cui le aveva pronunciate: Rei gli aveva descritto i suoi sintomi con una tale indifferenza e sinteticità che sembrava quasi non essere lei la malata, ma un infermiera che leggeva la cartella clinica di un paziente. Però Rei sembrava stare bene, si reggeva in piedi senza problemi, l'unico elemento che poteva far pensare ad una malattia era un fazzoletto che la ragazza teneva in mano per un lembo, un fazzoletto in alcuni punti sporco di vomito. "Vuoi che ti dia una mano?" "Non c'è bisogno, grazie." "Ma sei sicura? Hai detto che ti girava la testa, e che ti veniva da rimettere. Forse è meglio se entro, oppure che ti fai ricoverare all'ospedale della Nerv. Li almeno saresti assistita 24 ore su 24". "Se tu entri, c'è il rischio che ti ammali, Ikari. E un ricovero in ospedale è troppo per una semplice influenza, sarei solo d'intralcio. Non preoccuparti per me, non ho bisogno di essere assistita. C'è altro?". Rei parlava con voce atona, sembrava quella di un robot. Shinji provò a dire qualcos'altro, ma sapeva di non avere altri argomenti. Poteva provare ad insistere perché Rei lo facesse entrare, ma a che pro? Rei sembrava effettivamente stare bene, e lui non poteva certo costringerla con la forza a farsi aiutare da lui. "No. Scusa se ti ho disturbato. Mi raccomando, attenta a non prendere freddo" le disse Shinji salutandola con un cenno della mano e allontanandosi. "E tu, Ikari, invece come stai?" domandò ad un tratto Rei. Shinji a quella domanda si fermò. Rei non si era dimenticata che il giorno prima Misato l'aveva invitata a casa loro perché risollevasse il morale del ragazzo. Ma quello era una argomento che Shinji non voleva più toccare, dopo che si era sforzato tanto per sotterrarlo, non voleva certo essere proprio lui a disseppellire quel dolore. Cercò di essere il più sintetico possibile anche lui, e anche vago: "Ho soltanto ingoiato un altro boccone amaro" rispose Shinji voltandosi con un mezzo sorriso sul volto. "Capisco" concluse Rei chiudendo con calma la porta. Shinji riprese a camminare diretto verso casa.

Quando Rei, da dietro la porta, udì i passi di Shinji che si allontanava, tornò dalla sua assistita. Quella misteriosa ragazza dai lunghi capelli castani era ancora sdraiata sul letto. Sembrava che finalmente avesse smesso di vomitare, ma era ancora molto sudata e con respiro affannoso. Rei ricominciò col fazzoletto a ripulire la sua inattesa ospite da un po' di vomito che le era caduto sul vestito. La ragazza aveva gli occhi chiusi, ma quando sentì il fazzoletto di Rei che la toccava nuovamente, li aprì. Ora quegli occhi indicavano gratitudine verso Ayanami, che impassibile continuava la sua opera di ripulitura.

[CONTINUA AL CAPITOLO 6]