Impero Yamatai [Jamadai Koku]
Il popolo Aniba è una civiltà dal passato millenario appartenente al leggendario Impero Yamatai, che intende riconquistare la Terra poichè la reclama di diritto. Per raggiungere tale risultato gli Aniba devono impossessarsi del segreto della campana di bronzo, ora nelle mani dei terrestri, che hanno occupato e usurpato le terre emerse durante la loro l'assenza.
Un tempo il popolo Aniba rappresentava una pacifica civiltà agricola, che lavorava in armonia
col mondo circostante ma un giorno funesto arrivarono uomini malvagi che massacrarono la popolazione. I pochi
superstiti trovarono rifugio nelle viscere della terra, dove si ibernarono in un lungo sonno protetto dalla magica campana
di bronzo che li avrebbe ridestati per il giorno della vendetta. I discendenti dei malvagi sono coloro che oggi regnano
il Giappone e Himika è fortemente decisa a fargliela pagare.
La regina Himika
Sovrana del popolo Aniba. Coadiuvata dai tre ministri e alla testa del fedele esercito di soldati
rivendica la sovranità dell'Impero Yamatai sul Giappone e intende riconquistarsi il territorio
a scapito degli umani.
Grazie alla sua abilità di trasformare la roccia in materia organica scaglia contro i terrestri
terribili mostri guerrieri ma troverà Jeeg sempre pronto a sventare i suoi diabolici piani di conquista.
Dopo scontri e lotte, riuscirà ad impossessarsi del segreto della campana di bronzo custodita nel petto
di Hiroshi ma tale informazione le risulterà fatale. Accompagnata da un fedele ministro si reca nella Grotta del
Drago, invocando il suo aiuto.
Con la ormai celeberrima preghiera (rimasta nella memoria di tutti i fan di Jeeg,
allora bambini ^_^)
"Neghi, neghi, nasanucolò" - o anche
"Neghini, neghini, nasanucolò"
riesce a evocare il Signore del Drago, chiamato anche Imperatore delle Tenenebre. Quest'ultimo però la ringrazia
assassinandola, usurpandone il trono e dando il via ad una campagna ancor più spietata nei confronti dei terrestri.
Nota storica
Il periodo compreso tra il IV e il VI secolo d.C., fase contrassegnata dal costume funerario delle
monumentali tombe a tumulo, viene chiamato Kofun, o "delle tombe antiche", ed è anche detto anche periodo Yamato.
Si parla di un'epoca caratterizzata dall'unificazione politica dei Giappone, la quale comportò un processo lento e
graduale che ebbe il suo centro propulsore appunto nello Yamato (Giappone centrale).
Fondatore dello stato fu, secondo la tradizione, Jimmu Tenno, discendente della dea del Sole, Amaterasu Omikami.
Una cronaca cinese dei 297 d.C. parla di una regina di nome Pimiko (dal giapponese Himiko, o "figlia del Sole"),
che ricevette una delegazione cinese nell'anno 238 d.C. Alla sua morte le fu innalzato un tumulo con un diametro di
più di cento passi e più di cento servitori maschi e femmine la seguirono nella tomba".
Un'altra cronaca cinese (445 d.C.) dice che Himiko "non essendo sposata si occupò di magia e di stregoneria e
incantò il popolo. Per questo fu messa sul trono. Ebbe mille ancelle, ma pochi poterono vederla. C'era un solo uomo,
che s'incaricava del guardaroba e dei pasti e che agiva come intermediario. Essa risiedeva in un palazzo
circondato da torri e da uno steccato, ed era protetta da guardie armate. Le leggi e i costumi erano rigidi e austeri".
Probabilmente Himiko era una sciamana, e il suo potere doveva essere davvero grande, se alla sua morte così
numerosi servitori furono sepolti vivi insieme alla sua salma. Questa terribile pratica veniva dalla Cina: molti
imperatori cinesi, infatti, una volta morti, venivano tumulati con i propri parenti più cari o con i servitori più fedeli.
Un'altra tradizione funeraria di questo periodo era quella legata alle statuette Haniwa (secondo l'adattamento
italiano "Aniba"), che venivano poste presso le tombe, sistemate in fila attorno alle pendici dei tumuli dei defunti
per vigilare sul loro riposo eterno e rappresentanti simbolicamente la corte dell'imperatore che lo seguiva nella tomba.
In genere queste statue di terracotta erano di piccole dimensioni e avevano la foggia di guerrieri armati
o, più raramente, di animali.